Cultura ed enogastronomia
Cultura
La lingua croata
All’inizio del XVI secolo, per sfuggire all’oppressione turca, le popolazioni balcaniche si riversarono lungo la costa nei pressi del monte Biokovo; ma a causa del sovraffollamento e delle modeste risorse economiche del territorio limitato, furono costretti a trovare altri sbocchi per la sopravvivenza. A ciò provvide la Repubblica di Venezia che già dall’inizio del XV secolo dominava questi territori, nello specifico la Dalmazia centrale: in accordo con il Regno di Napoli, la Repubblica di Venezia trasferì queste popolazioni nei territori dell’Italia centro meridionale, rimasti pressoché deserti a causa del devastante terremoto del 1456 e della successiva pestilenza del 1495.
Le popolazioni slave s’insediarono principalmente lungo la costa adriatica dell’Italia ed occuparono le regioni disabitate, dove ripopolarono e riedificarono gli antichi borghi.
Cinque secoli dopo, tra i vicoli di Montemitro, Acquaviva Collecroce e San Felice del Molise, sopravvie ancora il suono suggestivo della lingua croato-molisana “naš jezik” (“la nostra lingua”), tramandata oralmente di generazione in generazione. Denominata anche na-našo, che vuol dire “a modo nostro”, la lingua ha mantenuto le sue caratteristiche integrando anche termini italiani e dialettali. Oggi il croato-molisano a Montemitro viene ancora utilizzato nelle conversazioni quotidiane ed è la lingua con cui la comunità si relaziona abitualmente.
Enogastronomia
La cucina di Montemitro, oltre a prodotti d’eccellenza come salumi, vini, olio e formaggi, comprende anche piatti come: la “paparolizzata”, piatto premiato come Prodotto topico della Valle del Trigno nel 2015, che riunisce pietanze tradizionali: patate lesse con paprika, sarde fritte, peperoni secchi fritti; la testina di agnello con cacio e uovo e patate al forno; gli spaghetti alla chitarra conditi con mollica di pane fritta; i kolači, tradizionali biscotti ripieni di marmellata e frutta secca.