Arte e Monumenti

Ultima modifica 24 novembre 2017

1. Chiesa Parrocchiale Santa Lucia

La chiesa presenta un androne laterale, detto “kapelun” in croato-molisano (na-našo), una navata centrale e un matroneo. Dai documenti parrocchiali tra la fine del XVIII e l’inizio XIX secolo, si evince che la chiesa fu costruita contestualmente allo spostamento della popolazione dalla zona Selo, luogo del primo insediamento dei popoli slavi, al Monte Mitulo.

La chiesa è stata costruita, molto probabilmente, congiungendo due vecchie strutture precedenti distrutte come il resto del paese dalle due scosse del tremendo terremoto del dicembre del 1456. Dopo il terremoto, le pietre che si trovavano alla base delle preesistenti costruzioni, annerite dal fumo dei fuochi che i soldati o i contadini accendevano per riscaldarsi, furono riutilizzate come materiale di recupero e posizionate anche in alto.

L’adiacente portale, proviene dalla non più presente chiesa benedettina, titolata a S. Maria Delle Grazie, i cui ultimi ruderi sono stati demoliti nel 1957 per edificare la scuola materna. L’antica chiesa si trovava esattamente nell’attuale prato affianco alla ex scuola materna ed era caratterizzata dalla presenza di grotte sottostanti, chiamate "Jame", utilizzate per la sepoltura.

Il portale del sec. XIV (inizio 1300-1309), di probabile bottega larinese, è realizzato in pietra scolpita. Opera di pregevole fattura, si inserisce nel filone del gotico abruzzese e si rifà al modello larinese interpretandolo con sobrietà ed eleganza dei particolari. Gli stipiti e i due pilastri, con scanalature agli spigoli e foglie scolpite alle estremità, poggiano su basi quadrangolari, mentre su capitelli scolpiti a foglie di acanto, si imposta l’arco a sesto acuto ornato da una modanatura lavorata a foglie di acanto. Tra i pilastri, probabilmente, erano presenti anche due colonnine. Di esse rimangono solo le basi. Sul margine superiore della lunetta vi è una iscrizione sacra, dipinta negli anni 60 del 1900, che riporta in lettere capitali: "DOMUS MEA DOMUS ORATIONIS EST" ("La mia casa è casa di preghiera - Isaia 56,7").

La porta in legno, probabilmente del XIX secolo, è un capolavoro a mo' di "trittico-chinante": tre ante, di cui una centrale e bassa che imponeva l’ingresso “chinante” anche ai vescovi e ai feudatari.
All’interno della chiesa sono conservati: una preziosa tela raffigurante Santa Lucia, ispirata alla scuola napoletana, risalente al sec. XVIII; una statua lignea della Madonna delle Grazie del XVI sec. e alcune epigrafi su pietra realizzate probabilmente tra il XIV e il XVIII secolo.
L’ ingresso alla navata centrale della chiesa è caratterizzato da un portale di bottega molisana in pietra scolpita, di dimensioni 500 x 220 x 24. Gli stipiti modanati si ergono su basi anch'esse modanate e al centro dell’architrave è scolpita una conchiglia — PECTEN — simbolo del pellegrino in cammino verso la salvezza e la nuova vita, donata col battesimo o “lavacro di purificazione” per mezzo del quale si intraprende un pellegrinaggio spirituale di perdono, di pentimento, di rinuncia al peccato, di rinascita. Al di sopra vi sono una cornice orizzontale e quattro volute che suggeriscono il frontone. I caratteri delle decorazioni denotano un gusto che è caratteristico del XVIII secolo.

Il campanile della chiesa, eretto nella seconda metà del XVIII secolo probabilmente in contemporanea con il portale della navata centrale, è stato ricostruito nel 1926 e presenta un orologio e di sei campane. La parte della torre campanaria che dà proprio su questo ingresso, ha un particolare molto interessante e caratteristico: l’orologio “a sei ore" o "orologio alla romana", che suddivide il tempo in 6 ore e non 12. È un orologio solare, che indicava, al suono delle campane, le antiche "Ore Italiche" adottate a Roma dalla fine del 1200 al 1800. Queste ore venivano scandite considerando l'inizio della misurazione del tempo dall'Ave Maria della sera, alla fine del crepuscolo, cioè circa mezz'ora dopo il tramonto del sole, e non più dalla mezzanotte, come era consuetudine. Erano quindi necessari quattro giri completi dell'unica lancetta per arrivare a segnare le 24 ore, suddividendo così la giornata in quattro intervalli da sei ore ciascuno.

Fonte https://www.facebook.com/parrocchia.di.santa.luciav.m.in.montemitro.cb/about/

 

2. Cappella di Santa Lucia

In località Selo, luogo del primo insediamento croato, sorge la Cappella di Santa Lucia, una piccola chiesa di campagna in pietra. La struttura della chiesetta presenta un’unica navata, esternamente è visibile la sua costruzione in pietra, e le due porte di accesso sono in ferro battuto.

Dal momento che la popolazione si era spostata dalla località “Selo” (che vuol dire “villaggio” in croato-molisano), all’attuale centro abitato di Montemitro, la cappella andò distrutta. Tuttavia si narra che, intorno al 1930, Santa Lucia apparve ad un abitante sordo muto di Montemitro, esprimendo il desiderio che fosse ricostruita la propria "dimora”. Dal 10 aprile 1932 la Cappella è meta dell’annuale pellegrinaggio che si tiene il giorno della domenica in Albis, con la relativa celebrazione di Santa Lucia e l’asta dei dolci.


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